
Siamo nell’agosto del 1979, ai primissimi passi del GCT. Pochi canoisti, tanto entusiasmo, pochi soldi. Non sono queste le condizioni migliori per trovare una sede in un luogo confacente ma, quando si vuole, tante volte si può. Ecco la prima sede del GCT, situata a Gnosca, proprio qui. Lo stabile era l’ex deposito dei bersagli. La sede di allora non prevedeva spazi conviviali, era anzi un’officina dove i sogni prendevano forma. Sì, perché allora i kayak si costruivano “in casa” con degli stampi che il più delle volte venivano presi in prestito. Le imbarcazioni di fibra erano fragili e necessitavano di frequenti rappezzi. Il ricordo più pregnante di quella sede è l’odore generato da questo tipo di lavori; non c’era modo di farlo uscire neppure tenendo la porta spalancata.

Era tuttavia chiaro che la sistemazione di Gnosca sarebbe stata solo provvisoria, ma molti erano gli ostacoli prima di poter immaginare una soluzione migliore. Un socio fondatore aveva una baracca da cantiere smontata, che avrebbe potuto fare al caso nostro. A noi sarebbero rimasti due compiti: quello non evidente di trovare il luogo in cui posarla, di preferenza sulla riva di qualche fiume, e quello paradossalmente più facile di rimontarla e di renderla bella. Nel 1984 il GCT acquista la “dacia”, e ottiene il permesso di posarla sull’attuale sedime, la baracca viene rimontata e abbellita grazie alle tante ore di lavoro offerte dai soci di allora, con una particolare menzione per Hans Streit che ha impiegato le vacanze estive per perlinare tutto l’ambiente interno rendendolo – a dire poco – delizioso. Le imbarcazioni trovavano posto sotto la baracca, a livello del prato.

L’attività cresce, i soci aumentano, lo spazio manca. Soprattutto lo spazio per le imbarcazioni. Sotto la baracca di destra si possono notare delle piccole porte. Lì erano riposte le canoe, che venivano estratte grazie a un sistema a scorrimento che ogni tanto dava qualche grattacapo, soprattutto ai più alti di statura. Ecco quindi il passo successivo, avvenuto nel 1997: una seconda baracca, sistemata a L rispetto alla prima, adibita esclusivamente al deposito del materiale e alle riparazioni. Anche questa montata e abbellita dai soci del momento. Dalla foto si nota anche la perenne lotta contro la maleducazione di presunti artisti alla ricerca del proprio talento.

Poi, in una notte del 2005, è successo quello che nessuno avrebbe mai voluto vedere. Tutto l’amore che era stato messo nelle due costruzioni, le ore di lavoro, il materiale, la documentazione, il morale… tutto ridotto in cenere. Doloso! Ebbene sì, doloso!

Ecco cosa era rimasto. Tutto polverizzato, salvo il carrello (visibile davanti alla casa bianca sulla sinistra della foto), che comunque è stato completamente deformato.

Non è nello spirito dei canoisti perdersi d’animo. Pochi giorni dopo il disastro, tutti erano già al lavoro per stimolare la rinascita dell’araba fenice. In pochi mesi prese forma la sede attuale, uno stabile unico che racchiude nell’idea gli spazi delle due baracche distrutte: uno più conviviale e l’altro di carattere tecnico. Il GCT era finalmente dotato di una sede con tutte le comodità e con spazio sufficiente per le necessità di allora.

I presunti artisti citati sopra, a scadenze regolari si accanivano contro le nostre pareti che, a quanto pare, erano davvero invitanti. Un caso fortuito ci ha messi in contatto con degli artisti veri, in pace con il proprio talento, che hanno dato alla sede quel tocco artistico che tanto auspicavamo, rivestendola dell’abito attuale.