Al peggio non c’è limite, si dice. Così, per togliere un passaggio infelice che è costato più di una disavventura anche ai nostri soci, hanno fatto un lavoro assai discutibile – per dirla con un eufemismo – nell’ultimo tratto della Moesa, fra il ponte della ferrovia e la confluenza con il Ticino. Hanno disseminato l’alveo di massi spigolosi, disposti in modo da rendere impossibile il passaggio dei canoisti, per la grande felicità dei pesci. L’imbocco, visto dall’alto, trae in inganno: sembra di poter intravvedere un passaggio ampio e comodo nella zona centrale. Il problema sta alla fine della rapida, che è ostruita da alcuni massi posti proprio nella lingua della corrente. Con il livello basso, il pericolo è visibile. Testimoni diretti fanno sapere che con un livello pari o superiore ai 50m3/sec il passaggio non pone problemi. Attenzione a non peccare di ingenuità con livelli intermedi; altri testimoni diretti dicono che con livelli intermedi ci si incastra e le esperienze conseguenti non sono particolarmente entusiasmanti.
E’ possibile che vengano disposti ulteriori massi sulla sponda destra per facilitare il trasbordo. Per il momento è più facile trasbordare sulla sponda sinistra, sbarcando fra il ponte della ferrovia e i primi massi, per poi reimbarcarsi subito dopo l’ultimo masso. L’accesso è comodo. Si prosegue poi sul ramo di sinistra che da lì in poi sarebbe libero, se non fosse per quell’albero che è caduto proprio lì. Speriamo che la prossima buzza se lo porti via. Qui la foto del luogo per lo sbarco, e qui la foto del luogo per l’imbarco.